I Diritti Universali alla Poesia

«Tutti gli usi della parola a tutti : mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.»
(Gianni Rodari)
«En dépit de l’opinion commune, la poésie est le genre le plus facile, le plus ouvert.»
(Denis Roche)
«Most people ignore most poetry, because most poetry ignores most people.»
(Adrian Mitchell)

Questo progetto è nato in seno al Junior Poetry Festival con l’obiettivo di affermare la capacità di ciascuno d’esprimere e comunicare le proprie esperienze, le proprie emozioni e aspirazioni, la propria identità grazie alla poesia. È nostra convinzione che la cultura sia creata per tutti, che sia un fatto prettamente sociale, che gli artisti non siano gli unici produttori, bensì dei mediatori al servizio della comunità.
Lanciato ufficialmente il 21 marzo 2021, giornata mondiale della poesia, nel sito della Bologna Children’s Book Fair, vedrà la sua conclusione nel 2022 sempre durante la Fiera di Bologna con la proclamazione dei diritti alla poesia. E’ stato tradotto in diverse lingue un testo che servirà come base di discussione e scambio durante tutto quest’anno. In tutto il mondo, svariate azioni saranno portate avanti per discutere, migliorare, sviluppare questo testo. Per la redazione definitiva dei “diritti alla poesia” verrà costituito un comitato internazionale.

 

I Diritti Universali alla Poesia

Tutti hanno il diritto di essere riconosciuti come poeti, poiché ogni essere umano che parla ha in dote un rapporto poetico con il linguaggio. Nessuna istituzione, nessun gruppo di poeti autodichiaratisi tali o cooptati che siano, può rifiutare questo titolo a chi ambisca acquisirlo.

Tutti hanno il diritto di fare esperienza della poesia, genere accessibile, aperto, democratico. I discorsi colti sulla poesia, per quanto interessanti e necessari che siano, non devono essere volti a riservare la poesia a un’elite.

Tutti hanno il diritto di giudicare ciò che è poesia e ciò che non lo è per loro, giacché un testo diviene poesia solo nel momento in cui viene letto come tale.

Tutti hanno il diritto di imparare a leggere la poesia in maniera libera e creativa. Una poesia può essere letta in silenzio o ad alta voce, in solitudine o in compagnia, integralmente o per frammenti; può essere cantata, illustrata, imitata, modificata, ricopiata… La lettura è un atto tanto creativo quanto lo è la scrittura e spetta al lettore decidere come intende interpretare un componimento.

Tutti hanno il diritto di avere accesso gratuito alla poesia attraverso un’offerta diversificata: biblioteche, manifesti, letture pubbliche in diretta o ritrasmesse, diffusione via internet etc…

Tutti hanno il diritto di avere accesso al patrimonio poetico legato alla propria lingua o alle proprie lingue d’origine, e in primissimo luogo al repertorio di poesie popolari che costituiscono uno degli elementi essenziali di una cultura comune.

Tutti hanno il diritto di conoscere il patrimonio poetico di tutte le culture, giacché in tutte le lingue la poesia dice la comune esperienza umana. É dunque dovere delle istituzioni culturali locali, nazionali e internazionali, favorire gli scambi, gli incontri, la traduzione e la diffusione della poesia in tutte le lingue.

Tutti hanno il diritto di essere iniziati alla scrittura poetica nel quadro di una pedagogia che non impone modelli ma aiuta ciascuno a trovare la propria specifica voce poetica.

Tutti hanno il diritto di conoscere e utilizzare le risorse poetiche della lingua al di fuori dei testi poetici, sia sul piano orale che scritto, per esempio nella prosa narrativa, i testi drammatici, la pubblicità, le canzoni e il discorso politico.

Tutti hanno il diritto di rifiutare, criticare, irridere la poesia con l’unica condizione di rispettare sinceramente coloro che non ne condividono l’opinione.

La grafica dei Diritti Universali alla Poesia è opera di Francesca Ballarini.