La poesia di lunedì 27 aprile 2020

Il topino sapientone
 
C’era un fanciullo che non studiava
il sillabario sempre lasciava
di qua, di là.

Un topolino, per imparare,
le lunghe pagine a rosicchiare
incominciò.

E rodi e rodi coi forti denti,
lettere e sillabe, virgole e accenti,
tutto mangiò.

Credette allora d’esser sapiente;
agli altri topi diceva: – O gente,
v’insegnerò -.

Li chiamò tutti nella sua scuola,
aprì un gran libro, ma una parola
non rilevò.

Risero tanto tutti i topini
e poi scapparono, i birichini!
gridando: – Oh, oh

rodere i libri non vuol dir niente,
bisogna leggerli, signor sapiente,
e meditar -.

Arpalice Cuman Pertile
(Ansimando fuggìa la vaporiera, Giannino Stoppani Edizioni, 2007)